Children Nepal, una storia di successo del Commercio Equo e Solidale

Mi chiamo Dilly Prasad Sharma e da 25 anni lavoro in ambito sociale, in particolare a favore dei diritti dei minori e del Commercio Equo e Solidale. Ho trascorso gli anni dell’università impegnandomi nel movimento studentesco a favore della giustizia sociale e per promuovere un cambiamento positivo in Nepal. Terminati gli studi, ho iniziato ad occuparmi di donne emarginate, di bambini e di famiglie che vivono in condizioni di disagio economico e sociale. Dal 1997, lavoro con Children-Nepal, un’organizzazione di Commercio Equo e Solidale attiva a Pokhara (Nepal) e sono attualmente Responsabile Progetti al Centro di produzione artigianale Suryamukhi. Dal 1999, sono stato coinvolto nel Centro per offrire opportunità di lavoro a donne provenienti da fasce deboli della società, fornendo loro formazione professionale e strumenti che migliorino Ia loro condizione. Sono convinto che un’azione di rafforzamento delle persone, dal punto di vista sia economico che sociale possa giocare un ruolo fondamentale ed assicurare la partecipazione attiva per un cambiamento sociale duraturo. Ho scelto di dedicare il mio tempo, le mie competenze e la mia esperienza alla promozione del Commercio Equo e Solidale e ad assicurare i diritti dei bambini, focalizzandomi soprattutto sull’educazione, sulla loro protezione e sulle opportunità di partecipazione delle donne e dei minori emarginati. Da allora, ho continuato e continuo ad essere coinvolto nel movimento equosolidale, attivandomi anche a livello nazionale ed internazionale, partecipando a fiere, incontri di formazione, corsi di approfondimento, workshop. Grazie alla rete del Commercio Equo e Solidale sono costantemente collegato ad una comunità internazionale, una grande opportunità per lavorare insieme per un mondo più giusto. La scelta e la pratica del Commercio Equo e Solidale riguarda anche la mia vita quotidiana, a partire dal coinvolgimento diretto nel Progetto di mia moglie Laxmi e adesso anche di mio figlio e di mia figlia.

Grazie al Commercio Equo e Solidale, la vita di tante donne svantaggiate, di tanti bambini e delle loro famiglie è migliorata. Ho visto con i miei occhi numerosi cambiamenti: sono migliorate le relazioni reciproche, hanno costruito ed aumentato giorno dopo giorno la propria autostima. Non era così all’inizio: le persone coinvolte nel Progetto – provenendo da contesti sociali fortemente degradati e marginalizzati – avevano paura ad esprimersi, non riuscivano a manifestare i propri sentimenti, avevano subito violenze e reagivano con aggressività. Dovevano affrontare discriminazioni a causa del loro status economico e sociale, in quanto donne e a causa della loro casta di appartenenza. Ma grazie al lavoro svolto, la situazione è decisamente cambiata. Le loro condizioni in termini di educazione, salute, capacità economiche e sociali sono migliorate. Hanno conquistato un ruolo nelle loro comunità, riducendo così le discriminazioni nei loro confronti sia a livello domestico sia a livello di comunità. Hanno avuto l’opportunità di coltivare le loro abilità professionali e di leadership. Si sono organizzate in gruppi di genitori e hanno iniziato a gestire piccoli risparmi. Hanno quindi costituito una cooperativa per gestire autonomamente le attività economiche. Le donne, in particolare, si sono specializzate nel cucito e nel ricamo, realizzando diversi prodotti artigianali e utilizzando materiali naturali, AZO free e non tossici. Il movimento del Fair Trade ha contribuito anche a garantire la loro protezione e la promozione culturale delle loro tradizioni. Hanno compreso e sostenuto l’importanza dell’agricoltura biologica, hanno iniziato a consumare cibo sano e hanno apprezzato l’incremento di ricavi grazie alla vendita di prodotti organici, un ulteriore supporto concreto al miglioramento dell’economia locale. E questa maggiore consapevolezza continua a crescere giorno dopo giorno, inclusa la consapevolezza dei propri diritti, come donne e come bambini. L’attività educativa continua ad essere uno dei nostri principali impegni: anche i bambini si sono organizzati in gruppi e approfondiscono tematiche quali i diritti dei minori, la leadership, la formazione professionale e vocazionale. Collaborano alle attività di promozione del Commercio Equo e Solidale nelle loro scuole e nelle loro comunità. Si tratta di bambini che vivevano in strada, che lavoravano come domestici nelle case dei più abbienti, oppure come lavapiatti nei ristoranti o come operai nelle fabbriche o, più in generale, in qualunque altro ambito di economia sommersa ed informale.

Adesso, grazie al Commercio Equo e Solidale hanno avuto una vera opportunità di riscatto: hanno potuto frequentare la scuola e tanti di loro si sono anche già laureati. Alcuni sono diventati infermieri, altri lavorano in banca, altri insegnano o lavorano come tecnici di laboratorio o in altri settori. Qualcuno è rimasto a lavorare con noi.

Non ci siamo fermati nemmeno in questi mesi di lockdown: abbiamo attivato un centro di sostegno e riabilitazione, per proteggere in particolare i bambini di strada dall’emergenza Covid-19. Abbiamo letteralmente preso i bambini dalla strada e li abbiamo portati nel nostro Centro, fornendo loro cibo, alloggio, sostegno psicologico. Abbiamo proposto loro spazi di educazione non formale, giochi, corsi di yoga e di pittura e tante altre attività. Ora sono pronti ad andare a scuola e qualcuno forse tornerà dalle proprie famiglie. Qualcuno vuole fermarsi da noi ed avviare un percorso di formazione vocazionale e professionale. Sono decisamente più felici e hanno cambiato in senso positivo il loro atteggiamento, hanno migliorato le proprie condizioni di salute e di igiene. In questo difficile contesto, ci siamo impegnati per distribuire mascherine, gel igienizzante e guanti alle comunità più povere, così come aiuti alimentari. Noi, come movimento del Commercio Equo e Solidale, siamo stati e siamo sempre in prima linea, assumendoci la responsabilità di fronteggiare situazioni difficili a favore e per il bene delle persone più emarginate e in difficoltà. Solo così, anche gli ultimi potranno acquisire fiducia in sé stessi, sia dal punto di vista economico sia sociale. E ciò non può che rendermi orgoglioso, consapevole di essere connesso e di lavorare con un movimento globale, quello del Commercio Equo e Solidale.

Dilly Prasad Sharma, Children Nepal